Sensazioni a suon di musica e filosofia
Qual è la relazione tra musica e filosofia?
Se ne è parlato mercoledì 22 marzo 2017 alla Casa della cultura di Milano durante gli interventi di Carlo Serra, Elio Franzini, Luigi Manfrin.
Sinestesia è l’accostamento di parole che appartengono a differenti sfere sensoriali in un’unica nozione: per esempio, sono sinestesie le espressioni "un ambiente caldo e luminoso", "uno sguardo scuro e gelido". La musica sembra dispiegare un territorio di sovrapposizioni sinestesiche.
La descrizione di un fenomeno sonoro spesso richiama sensazioni tattili. Il suono si presenta come massa sonora, è scritto nelle opere di Giovanni Piana, maestro di Serra e Franzini.
Suoni, corpi e immagini
Mentre i colori investono gli sguardi come riceventi passivi, i suoni implicano un’azione che li abbia generati, presuppongono un movimento al centro del loro propagarsi.
La leggerezza della musica deriva dall’immanenza di un corpo. Quando il suono diviene un fenomeno fisico misurabile, grazie alle acquisizioni della scienza e della tecnica, la musica inizia a proiettare immagini nello spettro acustico, il diagramma che rappresenta le sue grandezze misurate.
Alle impressioni tattili di un corpo che ha peso e movimento si associano quelle visive. La percezione corre parallela al binario immaginativo.
La relazione tra musica e filosofia è conoscenza e piacere
La musica seduce con una doppia natura, quella teoretica, che fa riferimento alla sua intima essenza ed è analizzabile attraverso una prospettiva epistemica, ovvero di conoscenza, e quella dell’ascolto, del piacere.
Così la musica discende da un agire, ma allo stesso tempo la sua attrattiva può indurre a un’azione.
Mi viene in mente Ulisse legato all’albero della barca per godere e saziarsi del canto delle Sirene, senza però cedere al richiamo. Le voci intervengono nella narrazione e per la loro armoniosità divengono un mezzo magico che realizza un incantesimo.
La musica si mescola spesso a parole e sembra a volte suggerirne. Mi piace pensare di immergermi nella sua dimensione narrativa, che aggrega infiniti elementi nel vortice dell’immaginazione. Credo che il suo fluire di racconto porti all’esperienza della massima sinestesia.
Per approfondire la relazione tra musica, filosofia e immaginazione:
- Carlo Serra, La voce e lo spazio. Per un’estetica della voce, Il Saggiatore, 2011.
- Carlo Serra, Musica, corpo, espressione, Quodlibet, 2007.