Un po’ di tempo fa, pensavo di pubblicare qui sul mio minuscolo blog di letteratura racconti brevi, o brevissimi. Naturalmente tra il dire e il fare ci sono in mezzo un milione di impegni e un miliardo di distrazioni. Così ho pubblicato la prima storiella che ho inventato per il corso di scrittura della Scuola Belleville di Milano e poi mi sono dimenticata del mio buon proposito. Ma oggi il progettino è tornato a bussarmi in testa. Così condivido nel web un racconto brevissimo che avevo pensato per una certa iniziativa, ma ovviamente è stato rifiutato.
Per ora le mie storielle sono tutte sghimbesce. Appaiono come statuette storte che fan fatica a reggersi in piedi. L’inizio magari è buono, ma lo svolgimento lascia a desiderare. Le parti del modellino sono sproporzionate. Guardando dall’alto al basso, si perde il senso dell’armonia. Si pensa che forse chi ha scritto, l’armonia proprio non sapeva dove stesse di casa, e nemmeno di penna. Il finale è una pasta frolla venuta molle come un budino. Ma siccome sono una persona ottimista e piena di speranza, di tanto in tanto scrivo uno strampalato racconto brevissimo. Prima o poi, la minuscola storiella potrebbe conquistare un suo equilibrio.
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